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al testo proposto da Andrea Piccinelli
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1 E' il solito giro... dicevi... compitavi: - In pochi a passeggio con il vento che butta in faccia terra. Il sole scappa sull'altro marciapiede.
Preludevi all'idillio: - Il mare... vicino la ferrovia, mentre sta per piovere.
In attesa e in assenza dell'evento: - Se uscisse dal portone che non sa dove andare... cosa fare... (ma guarda tu quei due che sguardi... adesso si avvicinano... mi pestano... mi lasciano svenuto sulla strada, a pezzi, sanguinante...)
2 Mossa ulteriore: - La filovia... vuota... disabitata... ridicola l'asta, la sbarra (beffa? di chi?) orizzontale a mezz'altezza... i più, ottusi, nell'esercizio assurdo, avvinghiati, accapigliati a scavalcarla, battendo i denti, precipiti al biglietto (il pupazzo-tranviere e i posti a sedere sotto due dita di polvere).
3 Perdurante l'assenza; spasmodica l'attesa; estrema soluzione addotta dalle proprie mani:
- Spillo macchinalmente alzato dalla destra; situazione, tentazione frenetica; stretto tra le due dita all'altezza del naso. Fermo. Colta la mira: giusto giusto a perpendicolo nella pupilla dell'occhio destro. Sangue. Inevitabile lo svenimento.
4 Si vedano poi le proiezioni ortogonali. L'effetto del dramma sul protagonista in seguito: come assorbito, incassato (o devitalizzato).
(da "Il disperso", Guanda)
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